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VIDERO E CREDETTERO

La bellezza e la gioia di essere cristiani

 

«“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”, disse Gesù a Tommaso secondo il Vangelo di Giovanni». Con queste parole la giornalista ed editorialista Marina Corradi ha esordito, presentando la mostra “Videro e credettero - La bellezza e la gioia di essere cristiani”, realizzata da Itaca, l’Associazione che promuove mostre itineranti come strumento di catechesi e di missione per arrivare a tutti, d’intesa col Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. La presentazione è stata moderata da Monica Scholz. “Sincera, trasparente, simpatetica”: così è stata definita la relatrice, che ha immediatamente catturato l’attenzione di tutti raccontando di sé, di come ha vissuto, in piazza San Pietro, il momento della fumata bianca che annunciava l’avvenuta elezione del nuovo Papa: “Non immaginavo fosse così coinvolgente. Ho avuto modo di vedere che prima di qualsiasi nome c'è stata l'esplosione di una gioia che non capivo, perché andava oltre le razionalità. Era respirabile la domanda di un Padre.

Benedetto XVI ha compiuto un lavoro paziente di aratura, per far comprendere che il centro della chiesa è Cristo. Papa Francesco, con lo straordinario carisma della comunicazione che lo contraddistingue, conferma che è Gesù, che deve essere salutato”.

È dunque necessario scoprire i segni di Dio nella realtà, sostiene Marina Corradi, raccontando della sua infanzia, improntata a un’educazione cattolica formale e moralista e di come sia cresciuta come “un essere primitivo, allo stato brado, ma per fortuna senza nessuno che fornisse delle spiegazioni scientifiche alle mie domande sulle leggi di natura, inducendomi a lasciarmi trascinare solo dalla ragione”.

E cita ancora Papa Benedetto XVI e il suo amore per la figura dei Magi, così descritti nell’Omelia pronunciata in occasione della solennità dell’Epifania: “Erano persone dal cuore inquieto, che non si accontentavano di ciò che appare ed è consueto. Erano uomini alla ricerca della promessa, alla ricerca di Dio. Ed erano uomini vigilanti, capaci di percepire i segni di Dio, il suo linguaggio sommesso ed insistente”.

E cita anche il poeta T.S. Eliot, che narra del duro inverno in cui i Re intrapresero il cammino in paesi ostili per andare a vedere un bambino: «Infine preferimmo viaggiare di notte,/ dormendo di quando in quando,/ con le voci che ci cantavano nelle orecchie/ dicendo che questo era tutta follia». “Tutto invece era così incerto e oscuro in quel viaggio, e tanto più facile sarebbe stato restare tranquilli a casa. - Scriveva Marina Corradi su L’Avvenire l’8 gennaio scorso - E poi quella voce, che nella notte insinuava: follia, soltanto, è stata follia il partire. Non li conosciamo anche noi questi dubbi, noi poveri cristiani in questo giovane anno 2013? L’inquietudine e il coraggio che il Papa domanda ai suoi vescovi, riguarda anche noi”.

                                                                                                                                                        (tratto da L’eco del varesotto, venerdì 3 maggio 2013)

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