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DOV'E' DIO?

LA FEDE CRISTIANA AL TEMPO DELLA GRANDE INCERTEZZA

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Il Centro Culturale San Carlo Borromeo di Luino e la Prepositurale dei SS. Pietro e Paolo hanno organizzato un incontro dal titolo: “Dov’è Dio?, La fede cristiana al tempo della grande incertezza”, con Andrea Tornielli, vaticanista de “La Stampa” e scrittore. A tema è stato il libro-intervista, dall’omonimo titolo, al sacerdote don Julián Carrón. L’evento si è svolto venerdì 2 febbraio, alle ore 21.00, presso l’ex Colonia Elioterapica di Germignaga (VA) ed è stato realizzato con la collaborazione del Lions Club Luino e degli Amici del Liceo di Luino. Ha avuto il patrocinio della Regione Lombardia e delle amministrazioni comunali di Luino e Germignaga.

Andrea Tornielli ha approfondito i temi del dialogo svolto con Don Julián Carrón nel tentativo di porre e suscitare domande, per scoprire o riscoprire i contenuti del cristianesimo, chiedendosi se e come possano essere interessanti e nuovamente testimoniati in una società apparentemente non più

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cristiana o che non sembra interessata al cristianesimo. «Oggi viviamo in un mondo in cui si è interrotta la trasmissione della fede che un tempo avveniva naturalmente in famiglia e che è necessario tornare ad annunciare il Vangelo, come è avvenuto ai primi tempi». Il libro è nato per rispondere a questa esigenza e la domanda di fondo è quella del titolo.

Dice Carrón nel libro-intervista: «La vita è una provocazione continua. Noi cerchiamo di “tamponare” in tutti i modi l’affiorare di certi interrogativi, ci sforziamo di distrarci, ma il reale continua a bussare alla nostra porta e ci costringe a fare i conti. Quando la vita urge, quando è provocata da un fatto, da una situazione, da un’incompiutezza, da un fallimento, da un’irrequietezza che non sappiamo come “risolvere”, allora certe domande esplodono, bruciano: “Perché la sofferenza, il dolore, la morte?”, “Che senso ha la vita?”. Cominciano a riemergere quegli interrogativi che avevamo censurato, dai quali avevamo cercato di fuggire. Il problema religioso coincide precisamente con queste domande. Che cosa allora può rendere l’uomo capace di riconoscere un Essere superiore? La provocazione che il reale rappresenta per la sua ragione, per la sua libertà». Occorre guardare il reale per credere. Il Dio che Carrón racconta è un Padre di grande dolcezza che «prima di giudicarti ti abbraccia, ti accoglie, ti dice che ti vuole bene».

A tal proposito, Tornielli, richiamando Benedetto XVI, fa un riferimento importante: «Il cristianesimo non consiste in un insieme di dogmi e norme morali, ma è l’incontro con una persona, con quest’uomo che è unico nella storia dell’umanità e che ha detto di sé di essere “Via, Verità e Vita”». Il cristianesimo è una storia di incontri, sguardi e vite cambiate: come Zaccheo, un uomo tra i più odiati nella sua città perché esattore delle tasse, cui Gesù chiede di scendere dall’albero per andare a mangiare a casa sua. Gesù lo guarda per primo e lo ama per primo e Zaccheo si converte decidendo di dare tutto quello che aveva sottratto ai poveri. È una conversione vera, radicale per la quale, come sottolineato da Carrón, non c’è precondizione: «In una società in cui nessuno ti sta ad ascoltare, abbiamo bisogno di qualcuno che ci voglia bene e che ci abbracci con tenerezza, che ci accolga come siamo prima di qualsiasi giudizio». Il riferimento a Papa Francesco è immediato, che riesce con le parole e gesti a trasmettere questo senso di vicinanza, di un Dio vicino in qualunque situazione. Tutti siamo colpiti da un atto gratuito. «Oggi l’unico modo – continua Tornielli – per annunciare il Vangelo non è quello di affermare delle verità da sbattere in faccia alle persone, non è più fare un elenco di peccati o di norme morali che ai più risultano fastidiosi. Se un cristiano quando parla di certi temi non riesce a far balenare l’amore di Dio per tutti gli uomini, non sta annunciando il cristianesimo».

Da qui l’importanza di «partire dalla realtà», anche per persone lontane dal cristianesimo. Essere uomini significa non essere indifferenti di fronte a quello che accade e questo permette di incontrare lo sguardo di Dio attraverso le cose semplici della vita. «La secolarizzazione che sembra tutto livellare, il crollo delle ideologie può essere una grande occasione positiva per testimoniare cos’è il cristianesimo perché in una situazione come questa, la bellezza dell’esperienza cristiana vissuta può ancora attirare e toccare il cuore delle persone. Non possiamo non lasciarci ferire dalla realtà che ci circonda, non possiamo non chiederci perché il Papa parla così tanto di migranti, non possiamo rimanere indifferenti rispetto al male anche se è lontano da noi. Questo dato di partenza non è innanzitutto cristiano, ma è innanzitutto umano». Tornielli conclude dicendo che occorre lasciarsi mettere in discussione, cambiare noi stessi, perché vivere così significa camminare, significa semplicemente «essere uomini».

 

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Da qui l’importanza di «partire dalla realtà», anche per persone lontane dal cristianesimo. Essere uomini significa non essere indifferenti di fronte a quello che accade e questo permette di incontrare lo sguardo di Dio attraverso le cose semplici della vita. «La secolarizzazione che sembra tutto livellare, il crollo delle ideologie può essere una grande occasione positiva per testimoniare cos’è il cristianesimo perché in una situazione come questa, la bellezza dell’esperienza cristiana vissuta può ancora attirare e toccare il cuore delle persone. Non possiamo non lasciarci ferire dalla realtà che ci circonda, non possiamo non chiederci perché il Papa parla così tanto di migranti, non possiamo rimanere indifferenti rispetto al male anche se è lontano da noi. Questo dato di partenza non è innanzitutto cristiano, ma è innanzitutto umano». Tornielli conclude dicendo che occorre lasciarsi mettere in discussione, cambiare noi stessi, perché vivere così significa camminare, significa semplicemente «essere uomini».

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