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Roberto Filippetti, studioso d’arte e letteratura, lungo un quarto di secolo ha pubblicato una ventina di volumi, a partire dalla monografia su Ungaretti homo viator, del 1983.

È fra gli estensori dei commenti alla Divina Commedia di Dante Alighieri (BUR, 2001). Del 2006 è il suo saggio breve Dante Alighieri: alla ricerca del volto umano (in Atti del Convegno di studi su Dante, promosso da M.P.I. – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. Coordinatore Prof. Stefano Quaglia).

Tra febbraio e aprile 2006 ha collaborato con la redazione culturale del TG2 della Rai ed è stato intervistato in una serie di servizi di TG2 Mizar (www.filippetti.eu), rispettivamente su Pietro da Rimini, Caravaggio e Giotto.

Per l’anno accademico 2007-2008 è stato chiamato a tenere la docenza su "Iconografia e iconologia cristiana" nel Master Universitario di 2° livello in “Architettura, Arti Sacre e Liturgia”, istituito a Roma, con l’alto riconoscimento della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa.

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LE STELLE, L'INFINITO, LA SPERANZA

Vincent Willem Van Gogh

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Il prof. Roberto Filippetti, già ospite a Luino per la serata dedicata alla Cappella degli Scrovegni di Giotto, il giorno 13 marzo 2009 ci ha offerto una presentazione in video proiezione dell’intero percorso creativo di Van Gogh: i dipinti e le folgoranti riflessioni del pittore.

Durante la serata, siamo stati guidati, attraverso un ideale museo virtuale, tra i capolavori di Van Gogh riprodotti ad alta definizione in grandi dimensioni. Si è trattato di un viaggio in dodici tappe dentro il dramma esistenziale del grande artista e la sua autoesegesi, attraverso lo studio delle sue lettere e la contemplazione di alcuni dipinti.

Utilizzando questa duplice modalità abbiamo avuto la possibilità di incontrare un uomo, come dice lo stesso Filippetti in un suo libro, “bruciato da un grande fuoco nel cuore, teso a scrutare e a rappresentare il mistero che sta al fondo di ogni persona e di tutta la realtà”.

Una frase di Van Gogh cita testualmente:

«Penso a volte di vedere qualcosa di più profondo e di infinito, di più eterno che nell’oceano, negli occhi di un bimbo, quando si sveglia al mattino, e ride, perché vede il sole che splende sulla sua culla.»

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